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Denaro contante e libertà: tetto, limitazioni e minaccia di eliminazione

da Redazione
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Torna vigoroso lo scontro sulla limitazione dell’uso del denaro contante. Con questo articolo cerchiamo di sostenere un orientamento generale, sia fortemente critico nei confronti delle varie disposizioni governative degli ultimi anni, sia costruttivo, in linea con una visione sana ed equilibrata di quella che possiamo definire la merce delle merci, l’origine, lo spartiacque per definizione della proprietà privata, quindi della libertà dei cittadini.

Tempo di lettura stimato: 13 minuti

Denaro contante e libertà: tetto, limitazioni e rischio eliminazione. Intanto linkiamo come utile premessa lo stato attuale della disputa. Facciamo quindi un punto sulla informazione dominante – TV e quotidiani più venduti (e sostenuti peraltro con il denaro dei contribuenti) – e andando a sbirciare all’interno del tanto chiacchierato nuovo Governo Meloni, il quale ha da poco annunciato di voler rimodulare il tetto del denaro contante.

Nella recente cronaca vediamo un fluire continuo di asserzioni atte a costruire una base accusatoria, tendenziosa e fortemente orientata a manipolare il lettore. Tale mistificazione avviene costantemente con frasi del tipo “il contante è losco” oppure “il denaro contante porta a combinare cose poco belle“. O ancora tramite il classico sondaggio di matrice ideologicafortunatamente molte persone sono già ben disposte al tetto del contante“. Non ultimo “le città dove il contante si usa sempre meno“.


Dai giornali alla politica, come strumentalizzare l’evasione fiscale

In Italia questo spinoso argomento raggiunse l’apice della notorietà mediatica grazie a Milena Gabanelli. La giornalista durante la puntata del 15 aprile 2012 intitolata “Contanti saluti al nero“, nelle vesti della Margaret Thatcher delle tabelline, si scagliava contro l’uso delle banconote. Non contenta avanzava inoltre proposta al Governo affinché quest’ultimo imponesse l’uso di POS, carte di credito e debito e della moneta elettronica in generale. Chiudeva quindi il suo appello in questa maniera scandalosa:

Ricordo che solo tre categorie umane non possono fare a meno del contante: lo spacciatore, il delinquente, l’evasore. Categorie alle quali non sta certamente a cuore il futuro del paese in cui vivono.

Milena gabanelli

Questa puntata della Gabanelli tracciò il classico solco di disinformazione e propaganda, fornendo un pessimo servizio pubblico. Infatti nel momento in cui la TV rilancia in maniera massiva un argomento, lo fa diventare una esperienza da bar, un feticcio, una messianica ossessione, facendogli assumere le sembianze della verità rivelata. La Gabanelli polarizzò quindi il valore della battaglia contro il denaro contante, anche se questo alla fine ha radici vecchie e profonde, piantate per come ce l’hanno raccontata sulla guerra alla evasione fiscale.

Nel nostro paese infatti si perseguono degli obiettivi istituzionali inconfessabili tramite campagne di preventivo discredito. Lo si nota particolarmente nei momenti in cui viene surrettiziamente scatenato il sentimento fondamentale usato dal Governo per metterci gli uni contro gli altri: l’invidia. La Gabanelli non fece altro che vestire molto bene tale pratica. Gli argomenti utilizzati, infatti, sono tutti infondati.


Se si controlla un potere economico si controlla anche il cittadino

Nonostante gli strumenti legislativi sopra paventati, lo Stato è sempre affamato. I Governi hanno sempre qualche buco imprevisto, qualche spesa extra, qualche deficit da sforare, qualche servizio pubblico da implementare. Il grande fratello fiscale sa che qualcosa sfugge al suo controllo: il contante. Così, a tamburo battente, solleticando i peggiori istinti della popolazione, si è costruita una campagna mediatica senza precedenti. Si parte già da Mario Monti, che dal 2012 limitò le transazioni in denaro contante fino ad un massimo di mille euro (art 12 Decreto Salva Italia).

Per arrivare a Vittorio Colao che oggi prospetta l’uso di una app e di un QR Code per poter fruire di bonus fiscali, sussidi, sostegni, servizi etc. Già il Reddito di Cittadinanza non viene accreditato su un conto corrente bancario ma all’interno di una specifica carta di debito, da utilizzare sotto l’occhiuta verifica del Grande Fratello Affamato.

Ma il nostro è, come ben sappiamo, il paese di creativi, quanto grotteschi, intrattenitori; memorabile fu la dichiarazione del Ministro Padoa Schioppa secondo il quale:

Le tasse sono una cosa bellissima

Padoa Schioppa – 7 ottobre 2007

In buona sostanza le misure di controllo del denaro contante – quali che fossero, l’importante è il controllo – hanno sempre bisogno della propaganda statalista. Nello specifico quella dei quotidiani e delle TV, che sopravvivono grazie al denaro pubblico, per fare in modo che il denaro contante venga associato direttamente al fenomeno della evasione fiscale. Facendo una veloce analisi però, l’evasione fiscale italiana degli ultimi quindici anni è in linea con tutti i paesi occidentali.

Ciò che invece non è davvero in linea con tutti gli altri paesi occidentali è la spesa e lo spreco del denaro dei contribuenti. Tale spesa continua a salire, paradossalmente, proprio mentre il gettito aumenta, trasformando lo Stato in un mostro bulimico. Secondo quanto più volte rilevato, come ad esempio dalla CGIA di Mestre:

Stando ai dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, l’evasione fiscale presente in Italia è stimata in circa 110 miliardi di euro all’anno. Un importo paurosamente elevato che, comunque, appare decisamente inferiore agli oneri che i cittadini e le imprese subiscono in virtù degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze presenti nella nostra PA.

CGIA Mestre 2020

A fronte di una cronica scarsezza di denaro da distribuire agli amici degli amici, viene sempre designato l’evasore come capro espiatorio definitivo, mettendo orizzontalmente tutti contro tutti. E, soprattutto, giustificando un sistema di controllo sempre più rigido e feroce.


L’evasione fiscale è un chiaro pretesto per vincolare la vita dei cittadini, ma non quella dei veri evasori

Le misure di limitazione al denaro contante non andranno minimamente ad intaccare quello che ad oggi risulta essere circa l’80% dell’evasione fiscale complessiva. Questo poiché l’evasione organizzata, massiccia, deriva da attività del sistema bancario: un hedge fund può mettere a bilancio la vera natura delle sue operazioni soltanto dopo la loro conclusione, e di fatto nemmeno quella. Si tratta di oggetti finanziari che muovono, all’interno di un contesto contabile e giuridico dai controlli impossibili, migliaia di miliardi di dollari ogni anno. In tali condizioni è verosimile poter tranquillamente celare, ad esempio, un traffico di droga che produce cento volte di meno. Un trafficante potrebbe riciclare il denaro al ritmo di 5 transazioni al secondo, ed in pochissimi giorni far scomparire miliardi dentro una babele di scatole cinesi immerse nel mistero. Cosa che oggi accade con questa tipologia di entità finanziarie. E consideriamo che gli strumenti digitali sono sempre più sofisticati.


L’attacco al contante è un attacco esplicito alla libertà dei cittadini

Non sono certo i papaveri della finanza e gli amici degli amici del parassita pubblico gli obiettivi di tali battaglie. Sono forse diminuiti scandali riguardanti l’evasione in questi anni? Certo che no. Ed anche prendendo in considerazione il fenomeno dell’elusione si deve anzitutto considerare non certo come un reato, ma semplicemente come il prodotto della follia normativa insita nel sistema fiscale – quello italiano in particolare. Ad alcuni si dà la possibilità di gestire un particolare business, mentre la massa di cittadini onesti viene inchiodata ad un destino di nanismo cronico. Non solo: solve et repete ed inversione dell’onere della prova sono degli strumenti assurdi in mano al socio occulto chiamato Stato, da anni ormai dimostratosi un eterno avversario dell’indipendenza dei cittadini. Teniamo presente che in Italia, a seconda della tipologia di attività svolta, si paga dal 52% fino all’84% di imposte sul reddito.

La dimostrazione dell’impatto culturale della propaganda mass-mediatica in atto sono, tra le altre, le reazioni scomposte ed invidiose a fronte del trattamento che alcune grandi aziende multinazionali riescono a riservarsi, pagando percentuali irrisorie (1/2%). La reazione più sana a fronte di questo fenomeno dovrebbe invece essere quella di richiedere in egual misura di pagare la stessa percentuale.


La Commissione – votata da nessuno – ha già deciso: zero denaro contante ed Euro digitale

Mentre il Ministro delle Finanze federale Christian Wolfgang Lindner promuove in modo aggressivo le valute della Banca Centrale Digitale (CBDC), dichiarando che l’introduzione dell’euro digitale dovrebbe essere utilizzata come un “grande impulso all’innovazione”, e ricevendo aspre critiche soprattutto dal mondo scientifico e del business (link Deutsche Wirtschafts Nachrichten), in casa nostra si è scelta la solita procedura della rana bollita, dei prodiani passetti, servendo la minestra del “state tranquilli, questo non sostituirà quest’altro, non c’è niente da vedere, se ne riparla tra n mila anni

CERVED parlava di sperimentazione, così

Per poi, a cose fatte, decise e stabilite, riportando le nude dichiarazioni su date, compensazioni e soprattutto “vantaggi” (!!!)

Corriere Comunicazioni su Euro digitale

È quindi tutto già deciso: il contante deve sparire per cancellare gli ultimi residui di libertà. Ciò che ci raccontano apparati istituzionali e quotidiani è unicamente quanto basta alla manipolazione collettiva.


I tuoi soldi non esistono

Le banche sono sempre in prima linea nella lotta contro le banconote, fornendo un ottimo assist allo Stato per comprimere sempre di più la libertà dei cittadini. L’eliminazione del denaro contante diventa uno strumento letale nelle mani dello Stato con cui le banche centrali – e non solo – sono legate a doppio filo, al fine di evitare la temuta corsa agli sportelli. Limitando il denaro contante infatti, si pone un ostacolo alla corsa agli sportelli/bancomat: il meccanismo della riserva frazionaria acquisisce in un colpo solo una elevazione a potenza del proprio valore. Oggi il valore della riserva frazionaria delle banche, in Italia, si aggira intorno al 2%. Cosa vuol dire? Vuol dire che il 98% del denaro che la banca ha registrato in digitale non esiste in modo concreto.

Se tutti andassero in banca a chiedere i loro soldi oggi, si accorgerebbero che il denaro non gli verrebbe ceduto per mancanza di una reale liquidità.

Oggi le banche sono diventate un po’ ciò che sono diventati i commercialisti: ufficialmente delle attività private, delle partite IVA, ma che in realtà lavorano per lo Stato soltanto per controllarti. Pensano ai limiti, non ai servizi o a ciò che devono migliorare per accontentare quella che un giorno era considerata la loro clientela. Pensiamo ad esempio al sistema Serpico come uno tra i vari strumenti implementati dallo Stato per mettere il naso negli affari privati dei cittadini. Tramite un algoritmo questo sistema invia segnalazioni automatiche all’Agenzia delle Entrate in base all’andamento dei prelievi in ATM o allo sportello.


Un carcere circolare e trasparente, con un guardiano posto al centro, vigile H24

L’impianto normativo che stanno creando è questo: trasformare il cittadino in pollo da batteria, assegnando a ciascuno un codice (chip/app) controllabile da un server centrale. Il guardiano al centro, in maniera assolutamente trasparente, elabora dati e tendenze, facendo diventare il concetto di riservatezza e privacy una presa in giro, letteralmente.


La rapina (digitale) delle cento euro

Inutile poi rimarcare un dato secco, una ovvietà semplicissima: ciascuna transazione effettuata in digitale richiede un costo di mediazione (quello che sia, ma lo richiede). Poniamo ad es. di avere 100€ digitali: ad ogni passaggio di compravendita, da una parte o dall’altra, questo valore cala, poniamo di 50 centesimi. Arrivati alle duecento transazioni totali le 100 € diventano 0 €.


Eliminare il denaro contante vìola il principio della libertà individuale

Il denaro contante è un pezzo di libertà: accettarne l’abolizione, anche se gradualmente, significa accettare l’idea che anche la proprietà privata possa essere abolita. L’abolizione del contante è una misura liberticida totalitaria tipica di uno Stato usurpatore. Una società senza contante è niente più che il sogno utopico di tecnocrati statalisti ed ingegneri sociali, che si alimentano attraverso parassitismo e tirannie. Una società senza contanti è un vero incubo per le persone libere. Per queste la difesa della libera circolazione del denaro contante, è la base del libero scambio e della cooperazione su basi contrattuali e consensuali.


Non esiste libertà senza il diritto alla proprietà privata

Fin dall’elaborazione teorica dei giureconsulti romani la proprietà è stata associata al rispetto per l’altro: alla stessa idea di diritto. La proprietà non ha spazio nell’universo di Robinson Crusoe. È solo con l’arrivo di Venerdì che siamo obbligati a riconoscere limiti al nostro arbitrio e siamo pure legittimati a esigere rispetto per noi stessi. Così, per ragioni eminentemente morali, è a seguito della presenza di un interlocutore che ci viene chiesto di non violare il prossimo, riconoscere il suo diritto a intraprendere e rispettare i frutti dell’azione di impresa dagli uomini sul mondo esterno.

Carlo Lottieri “Beni comuni, diritti individuali e ordine evolutivo” IBL Libri

L’importante idea di difendere in assoluto la libertà individuale non può sussistere senza il supporto della proprietà privata. Sono retaggi di conquiste sociali risalenti a diversi secoli orsono: ciò che tu mischi con il tuo lavoro e ciò che crei. La moneta contante nasce nel momento in cui una economia semplice fondata sul baratto non riesce a funzionare velocemente ed in maniera puntuale. C’è quindi bisogno di gestire lo scambio con uno strumento efficiente.

Questo prodotto quindi non è altro che un prolungamento della proprietà: nel momento in cui non si ha la capacità di difendere il diritto di proprietà tout court, effetto diretto del proprio lavoro, ci si trova nuovamente al punto zero (all’età della pietra) della civiltà. In ciò, libertà e responsabilità sono alla fine dei sinonimi. Oggi si crede che l’umanità sia uscita dalle leggi, niente di più errato: ogni volta che lo Stato interviene nella nostra vita, nella libertà civile, un pezzo di dignità e libertà individuale viene inesorabilmente perduto.

Consigliamo la lettura dei libri Elogio del contante e Schiavi fiscali di Leonardo Facco.

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