L’introduzione del green pass obbligatorio per tutti i lavoratori pubblici e privati ha fatto scoppiare diverse proteste in tutto il paese. Chi resiste all’introduzione del lasciapassare viene sospeso senza stipendio. Ma cosa succede a chi non ha il green pass e percepisce l’indennità di disoccupazione?
Green Pass e Naspi, senza certificato verde a rischio anche la disoccupazione. Negli ultimi decreti del Governo relativi all’introduzione del green pass non si fa menzione di incompatibilità tra l’assenza del green pass e i sussidi erogati dallo stato. Eppure abbiamo già visto come anche il diritto al Reddito di Cittadinanza, tanto agognato dallo M5S, potrebbe decadere se il lavoratore decide di non cedere al ricatto del lasciapassare verde. Ieri diritto inalienabile, oggi mera leva di ricatto per convincere i più decisi a farsi iniettare il famoso farmaco sperimentale.
Green Pass e Naspi, il rischio tra le righe della normativa
Di fatto chi percepisce la Naspi non è obbligato ad avere il green pass, ma cosa succede se, una volta firmato il Patto di Servizio, dovessero chiamarmi per lavorare o per partecipare a dei corsi formativi? La domanda è lecita poiché, come vedremo di seguito, il Patto di Servizio prevede delle regole ben precise, pena la decadenza della prestazione. Come già più volte abbiamo sostenuto, la riforma della Naspi voluta dal Governo Renzi, era ingiusta e totalmente da riformare. Essa infatti prevede la decadenza dal diritto ad una prestazione legittima avverso la quale, negli anni di lavoro, il dipendente, attraverso il datore di lavoro, ha effettivamente versato la contribuzione contro la disoccupazione. Quindi a nostro avviso, in caso di disoccupazione il lavoratore deve aver diritto a tutto il sussidio spettante, a prescindere dalle scelte personali.
Naspi, quando si prefigura la decadenza senza green pass
Ecco alcune delle motivazioni che potrebbero determinare la decurtazione o la decadenza della Naspi, quelle che potrebbero essere legate all’assenza del green pass:
1) In caso di mancata presentazione, in assenza di giustificato motivo, alle convocazioni ovvero agli appuntamenti per la conferma dello stato di disoccupazione e per la profilazione e la stipula del patto di servizio personalizzato, nonché per la frequenza ordinaria di contatti con il responsabile delle attività, si applicano le seguenti sanzioni:
- la decurtazione di un quarto di una mensilità, corrispondente a 8 giorni di prestazione, in caso di prima mancata presentazione;
- la decurtazione di una mensilità, corrispondente a 30 giorni di prestazione, alla seconda mancata presentazione;
- la decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazione, in caso di ulteriore mancata presentazione.
2) In caso di mancata partecipazione, in assenza di giustificato motivo, a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro di cui all’art.20 co.3 lett.a) si applicano le stesse sanzioni previste al precedente punto A;
3) In caso di mancata partecipazione, in assenza di giustificato motivo, ad iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione di cui all’art. 20 co. 3 lett. b) e in caso di mancata partecipazione allo svolgimento di attività ai fini di pubblica utilità a beneficio della comunità territoriale di appartenenza di cui all’art 26 del decreto stesso, si applicano le seguenti sanzioni:
- la decurtazione di una mensilità, corrispondente a 30 giorni di prestazione, alla prima mancata partecipazione;
- la decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazione, in caso di ulteriore mancata presentazione.
4) In caso di mancata accettazione, in assenza di giustificato motivo, di un’offerta di lavoro congrua ai sensi dell’art. 25 si applica la decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazione.
Ora, trattandosi di mancata accettazione teoricamente non ci dovrebbe essere alcuna decurtazione né decadenza poiché, in assenza di green pass, semmai è il datore di lavoro che non vi permette di accedere o che non vi assume. Per questo è importantissimo mettere i puntini sulle i, perché basta una parola di troppo e il datore di lavoro potrebbe dichiarare che voi non avete accettato di entrare (con il green pass) a lavoro, e comunicare il tutto al Centro per l’Impiego, che di conseguenza comunicherà l’esito all’INPS. Qualora doveste incappare in questa spiacevole situazione non sarà sicuramente facile uscire dall’enpasse. Appuntamenti, discussioni, avvocati la farebbero da padrone, perché qui non funziona bene quasi niente, a parte la burocrazia. Certo è che se il datore di lavoro non può licenziare il lavoratore che non ha il green pass non dovrebbe avere nemmeno la possibilità di rifiutare l’assunzione per lo stesso motivo.
Per fortuna siamo in Italia (e non funziona quasi niente)
Chi non è in possesso del certificato verde, dunque, dovrebbe gioire del fatto che i nostri Centri per l’Impiego non funzionano come dovrebbero. Le possibilità di trovare un posto di lavoro tramite il Centro per l’Impiego sono praticamente pari a zero, per questo ad oggi non si hanno notizie di Naspi decurtate o decadute per il verificarsi di questa remota eventualità. Allora invece di riformare le indennità di disoccupazione, i sussidi, i bonus, ecc., i governi dovrebbero impegnarsi a riformare i Centri per l’Impiego, non vorranno mica una nuova società completamente assistenzializzata da poter ricattare con strumenti sempre nuovi da usare all’occorrenza?
