Molti lavoratori richiedono la disoccupazione Naspi senza poi informarsi troppo su come funziona veramente il sussidio e quali sono le regole che ne determinano il mantenimento del diritto. La normativa è abbastanza vasta ma ci sono delle nozioni più importanti di altre che vale la pena elencare e che tutti dovrebbero sapere quando sono in Naspi.
Le 5 cose più importanti da sapere quando sei in Naspi:
1. Quando riprendi a lavorare e sei in Naspi devi sempre comunicarlo all’INPS
2. Se ti dimetti da un contratto a tempo indeterminato o superiore a 6 mesi la Naspi decade
3. La Naspi decade se ti rioccupi nel periodo di carenza
4. Se l’ultimo mese di Naspi si blocca devi inviare il Naspi-com
5. Se chiedi la Naspi Anticipata e vieni riassunto come dipendente devi restituire tutto l’importo
1. Quando riprendi a lavorare e sei in Naspi devi sempre comunicarlo all’INPS
La cosa più importante da sapere quando sei in Naspi è che ogni attività lavorativa iniziata durante la disoccupazione va sempre comunicata. Quando sei in Naspi e ti fanno un contratto di lavoro la regola vuole che tu debba comunicarlo all’INPS entro 5 giorni a partire dal primo giorno di lavoro. Questo vale per tutti i tipi di contratto: a tempo determinato, indeterminato, a chiamata, a progetto, di collaborazione, o anche se apri una partita iva o un’attività autonoma. L’unico contratto per cui non è necessario fare alcuna comunicazione all’INPS è il contratto di lavoro occasionale, ma solo se l’importo derivante da tale attività è inferiore a 5000 euro annui. Superati i 5000 euro, anche per questo tipo di contratto deve essere effettuata la comunicazione. Come si comunica all’INPS il nuovo contratto? Compilando il modello Naspi-com.
La comunicazione serve per due motivi fondamentali:
- l’INPS sa in anticipo quali sono le giornate da pagare come indennità Naspi e quali sono quelle coperte dal contratto, non si rischia quindi di avere pagamenti di giornate in più o in meno rispetto a quelle spettanti
- se il contratto dura qualche settimana, o comunque meno di 6 mesi, e la Naspi si sospende, l’INPS sa già da quando farvi ripartire i pagamenti, non c’è quindi bisogno di riattivarla ma riparte in automatico.
2. Se ti dimetti da un contratto a tempo indeterminato o superiore a 6 mesi la Naspi decade
Se sei in Naspi e firmi un contratto con durata superiore a 6 mesi o a tempo indeterminato la prestazione decade all’istante. Non pensare quindi che dimettendoti nel periodo di prova, o comunque entro 6 mesi dall’inizio del contratto, questa possa riattivarsi. Infatti in questo caso non solo la Naspi non riparte in automatico perché è decaduta, ma avendo dato le dimissioni non puoi neanche ripresentare subito una nuova domanda di Naspi. Per presentare una nuova domanda di Naspi dovrai attendere la fine di un nuovo contratto di lavoro, purché cessi per scadenza contratto o licenziamento (il contratto può essere anche di un giorno). Quindi ricordati che se sei in Naspi e hai firmato un nuovo contratto di lavoro puoi dare le dimissioni solo se il contratto (comprensivo delle eventuali successive proroghe) sarà di durata inferiore a 6 mesi consecutivi.
3. La Naspi decade se ti rioccupi nel periodo di carenza
Per periodo di carenza si intendono i 7 giorni successivi al termine del rapporto di lavoro che da diritto all’indennità di Naspi. Come molti già sapranno questi 7 giorni non sono retribuiti dall’INPS, la Naspi parte dall’ottavo giorno successivo al termine del rapporto di lavoro. Se però fai la domanda di Naspi nel giorno successivo al termine del rapporto di lavoro e poi ti fanno un contratto (più o meno lungo, ma può essere anche di un solo giorno) che parte entro il 7° giorno successivo al termine del rapporto di lavoro non è necessario compilare il modello Naspi-com perché in questo caso la Naspi decade. Inutile quindi attendere che riprenda in automatico al termine del rapporto di lavoro. Sarà invece necessario provvedere a presentare una nuova domanda di Naspi non appena terminerà il nuovo rapporto di lavoro.
Se invece il nuovo contratto parte da un giorno successivo al settimo, quindi dall’ottavo in poi, è necessario presentare il Naspi-com come indicato al punto 1.
4. Se l’ultimo mese di Naspi si blocca devi inviare il Naspi-com
Tieni sempre il conto delle giornate di Naspi che l’INPS ti deve pagare. Se pensi che sia finita ma sullo stato domanda Naspi leggi ancora Pagamento in corso significa che l’INPS deve liquidarti ancora delle giornate. Potrebbero essere 15 o anche 30.
Affinché l’INPS possa inviarti l’ultimo pagamento devi compilare il modello Naspi-com, ne abbiamo parlato qui.
Questo accade perché non tutti comunicano all’INPS le giornate di lavoro effettuate durante la Naspi, e così, per sicurezza, e per evitare di aprire eventuali procedure di indebito, l’INPS chiede una dichiarazione per liquidare la rimanenza.
5. Se chiedi la Naspi Anticipata e vieni riassunto come dipendente devi restituire tutto l’importo
Tra le cose più importanti da sapere quando sei in Naspi ne abbiamo inserita una che riguarda la naspi anticipata. Forse non sai che come incentivo per l’autoimprenditorialità puoi richiedere il pagamento anticipato di tutta la Naspi spettante se apri un’attività autonoma (artigiano, commerciante o libero professionista). La normativa prevede però che se ti rioccupi nel periodo della durata teorica della tua Naspi con un contratto di lavoro subordinato, anche se la tua attività autonoma è ancora aperta, dovrai restituire tutto l’importo che l’INPS ti ha anticipato per aprire la tua attività.
Ciò significa che se per ipotesi la tua Naspi ha una durata di 24 mesi a partire dal 1 Marzo 2023 non potrai avere un contratto da lavoro dipendente/subordinato fino almeno al 28 Febbraio 2025, pena la restituzione di tutto l’importo pagato dall’INPS a titolo di anticipazione Naspi.
Questo aspetto della Naspi è molto delicato, perché basta un piccolo errore per perdere tanti tanti soldi. Per questo se vi interessa l’argomento vi consigliamo di approfondire in questo nostro articolo specifico sulla Naspi Anticipata e sugli errori da non commettere.
