L’ennesimo evento grottesco a seguito della ormai crescente deriva digitale. La pensionata in questione, un’ex insegnante, è ancora senza pensione a causa di un errore Di omonimia, nonostante si sia presentata agli sportelli in carne ed ossa. Quanto ancora la burocrazia digitale inciderà sulle nostre vite reali?
Per l’INPS è morta e le bloccano la pensione: “Deve dimostrare di essere viva”. I nostri rapporti con le istituzioni stanno ormai degenerando in eventi sempre più grotteschi. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
L’evento risale al mese di Luglio 2022. La pensionata, residente nel comune di Balangero, si è accorta che la sua pensione non era stata accreditata sul suo conto come tutti i mesi, così ha provveduto a contattare l’INPS per chiedere spiegazioni. “Signora lei risulta deceduta dal 15 Giugno 2022” si è sentita rispondere.
Secondo l’INPS si è trattato di un errore di comunicazione da parte della ASL competente, rea di aver inviato all’Istituto i dati anagrafici sbagliati comunicando quindi il decesso dell’insegnante, invece viva e vegeta. Per questo motivo l’INPS le ha bloccato la pensione.
L’iter infinito per lo sblocco della pensione
A prescindere dalle responsabilità, questione di fatto irrilevante ai fini della risoluzione del problema, ciò che più disturba è la totale impotenza dei cittadini di fronte ad un errore, abbastanza evidente, delle istituzioni. Nel caso specifico, non è servito nemmeno presentarsi agli sportelli di persona per dimostrare di essere viva. Dunque, se il computer dice che lei è morta per l’INPS lei è morta. Ma davvero abbiamo smesso di credere a quello che vediamo? Come potremo affrontare l’escalation digitale se già ora non siamo in grado di gestire la realtà dando la precedenza alla virtualità? È un fatto che il progresso digitale sia stato troppo veloce rispetto alle possibilità umane di gestirlo e metabolizzarlo correttamente. L’intelligenza artificiale corre più veloce di quella umana. Qualcuno di voi ha mai visto Matrix? Possibile che stiamo andando proprio in quella direzione? Già in diversi articoli abbiamo affrontato il problema del soffocamento dei diritti gestiti dai computer e dell’escalation digitale che stiamo già affrontando (male)
Per l’ex insegnante da diverse settimane è iniziato un calvario di appuntamenti, email e telefonate per cercare di recuperare il maltolto. Non convinti dell’esistenza della pensionata (credevano forse di parlare con un fantasma?), i funzionari INPS hanno chiesto di presentare la documentazione che attestasse la sua mancata dipartita. La signora, che è senza pensione da due mesi, è ora costretta presentare all’INPS il certificato di esistenza in vita che deve essere rilasciato dal comune di appartenenza.
