A causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus il Governo ha emanato una serie di decreti per fronteggiare anche la crisi economica. Al momento però si è pensato (e poco) solo a chi ha perso il lavoro o è stato costretto a chiudere l’attività. Manca un sostegno per chi ha finito la Naspi, quindi non solo ha perso il lavoro ma non riuscirà nemmeno a ritrovarlo.
Prolungamento Naspi 2020, si può richiedere? Se per prolungamento si intende un’estensione incondizionata della durata dell’indennità di disoccupazione la risposta è no. La durata dell’indennità di Naspi infatti è calcolata sulla base delle giornate contributive (quindi giornate effettivamente lavorate) presenti negli ultimi 4 anni di lavoro. Una volta stabilita la durata della Naspi sulla base delle giornate lavorative non vi è possibilità di ottenere un ulteriore periodo di Naspi aggiuntivo. Ci sono però dei casi, seppur rari, che vanno annoverati tra le possibilità di salvezza, piccoli escamotage assolutamente legali per prolungare la durata del sussidio di disoccupazione.
I disoccupati in Naspi hanno diritto all’indennità COVID-19 di 600?
L’indennità di Naspi è compatibile con l’indennità COVID-19 di 600 euro, ma è necessario che il richiedente appartenga ad una delle seguenti categorie:
- lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che abbiano perso il lavoro contro la loro volontà nel periodo che va dal 1° gennaio 2019 al 17 marzo 2020 (nel contratto di lavoro deve essere esplicitata la categoria STAGIONALE)
- lavoratori dello spettacolo, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al Fondo EX-ENPALS, da cui è derivato un reddito non superiore a 50.000 euro, e non titolari di pensione, a condizione che i lavoratori non siano titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore della disposizione
Se appartenete a queste categorie potete trovare il link diretto alla domanda cliccando qui.
Prolungamento Naspi 2020, chi può richiederlo
Come premesso non saranno tantissime le persone che potranno richiedere il prolungamento Naspi poiché questo richiede una condizione fondamentale: ovvero quella di aver lavorato durante la fruizione della Naspi. Per spiegarvi meglio di cosa stiamo parlando faremo un esempio.
Ipotizziamo di aver richiesto la Naspi a seguito di un licenziamento o scadenza contratto, e che la stessa si stata riconosciuta per 12 mesi (ma possono essere anche 6 o 24, non è troppo rilevante).
Periodo indennizzabile ipotetico
Data inizio Naspi 01/10/2018
Data fine Naspi 30/09/2019
Nell’arco di questi mesi di Naspi ho avuto dei contratti di lavoro più o meno lunghi che non hanno comunque superato la durata di sei mesi consecutivi (poiché questo genererebbe la decadenza del sussidio).
Ipotizziamo di aver avuto 3 contratti della durata di 2 mesi ciascuno, per un totale di 6 mesi di lavoro complessivo svolto durante un periodo di Naspi (correttamente sospesa ogni volta con comunicazione Naspi-com).
Ultimo contratto di lavoro con data inizio 01/09/2019 e data fine 30/11/2019. Naspi rimanente 1 mese.
Sommando le mensilità lavorate durante la Naspi alle mensilità di Naspi spettanti riusciamo a calcolare la fine del periodo indennizzabile (12 mesi di naspi+6 mesi di lavoro=18 mesi). Data fine Naspi effettiva 31/12/2019.
A questo punto le possibilità di ottenere il prolungamento naspi sono diverse:
- Presentare una nuova domanda prima che scada la Naspi
Alla scadenza dell’ultimo dei 3 contratti (quindi dal 1° dicembre 2019) presentare una nuova domanda di Naspi nella speranza che la precedente venga fatta decadere e i giorni rimanenti vengano quindi sommati a quelli calcolati sugli ultimi 6 mesi di lavoro svolto durante la Naspi. In questo caso le mensilità spettanti sarebbero 1 (rimanenza vecchia naspi) + 3 (la metà dei mesi lavorati durante la Naspi)= 4 mesi - Presentare una nuova domanda al termine della Naspi, entro 68 giorni dal termine dell’ultimo rapporto di lavoro
Alla scadenza della Naspi (cioè, in questo caso, dal giorno 1° gennaio 2020) presentare una nuova domanda di Naspi entro e non oltre 68 giorni dal termine dell’ultimo rapporto di lavoro (nel caso di esempio entro il 7/02/2020). Se l’ultimo rapporto di lavoro è terminato da oltre 68 giorni e la vostra Naspi è già finita non è ancora tutto perduto perché avete ancora due possibilità:
1. Trovare qualcuno che vi assuma anche per un solo giorno con contratto a tempo determinato, questo vi darà la possibilità di ripartire a contare i 68 giorni dal termine dell’ultimo rapporto di lavoro per poter presentare una nuova domanda
2. Presentare comunque la domanda anche se non vi ha assunto nessuno, poiché i termini per la presentazione delle domande di Naspi sono stati prolungati di ulteriori 60 giorni per i rapporti di lavoro cessati nel periodo che va dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020. Se rientrate in questa casistica, e l’ultimo rapporto di lavoro è terminato entro gli ultimi 128 giorni, potete comunque provare ad inviare la domanda.
Cosa succede se la domanda di prolungamento Naspi viene respinta?
Non succede assolutamente nulla. Sarà l’INPS a valutare il diritto o meno a fruire della prestazione, quindi se la vostra domanda di prolungamento Naspi viene respinta non succederà niente ma almeno ci avrete provato. E comunque in caso di reiezione è bene verificare che il provvedimento sia legittimo e non frutto di interpretazioni personali dei dipendenti INPS.
Ci rendiamo conto che i calcoli per la disoccupazione sono un po’ complicati, soprattutto per chi non è proprio avvezzo alla materia, ma noi siamo qui per aiutarvi anche, e soprattutto, in questo momento di estrema difficoltà a causa dell’epidemia COVID-19. Per questo se avete dei dubbi in merito potete lasciare un commento sotto l’articolo e vi aiuteremo a capire se e come poter presentare una nuova richiesta per il prolungamento Naspi.
