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Mesi di lavoro durante la Naspi, quando si intendono consecutivi

da Redazione
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Se lavorate per un periodo pari o inferiore a sei mesi consecutivi mentre state percependo la Naspi siete tenuti a comunicare rapporto di lavoro e il pagamento del sussidio viene sospeso. Nel caso in cui il rapporto di lavoro dura più di sei mesi consecutivi la Naspi decade.

Se state percependo la disoccupazione e vi capita di trovare un lavoro a tempo determinato la prima cosa da fare è comunicarlo all’INPS. Per effettuare la comunicazione è necessario compilare il modello Naspi-com online attraverso il portale INPS con il i codici di accesso SPID/CIE/CNS. Se non avete i codici di accesso potete fare la comunicazione attraverso il vostro patronato.

Inviare questa comunicazione, oltre che obbligatorio, è molto importante in quanto permetterà all’INPS di :

  • sospendere in tempo i pagamenti della Naspi
  • ripristinarli non appena il rapporto di lavoro sarà terminato


Nel caso in cui non inviaste la comunicazione correte due rischi:

  1. se l’INPS non si accorge del rapporto di lavoro continua ad erogare la Naspi anche per un periodo non spettante. In tal caso l’importo percepito indebitamente andrà poi restituito con l’apertura di una pratica di indebito a vostro carico da parte dell’istituto
  2. se invece l’INPS si accorge del rapporto di lavoro ma non sa quando terminerà (perché non gliel’avete comunicato con il modello Naspi-com) sospende i pagamenti della Naspi senza stabilire una data per il ripristino dei pagamenti

Nel caso in cui il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato o ha una durata superiore a sei mesi la Naspi decade, ed è comunque necessario inviare il modello Naspi-com per il motivo di cui al punto 1.
Se invece il rapporto di lavoro è a tempo determinato la Naspi si sospende e si riattiva al termine del rapporto di lavoro.


Come conteggiare i 6 mesi di lavoro consecutivi durante la Naspi

Capita spesso che i contratti di lavoro durante la Naspi siano più di uno, è quindi necessario sommare i periodi coperti dai contratti per capire se e quando la Naspi decadrà.

In realtà il calcolo è molto semplice. Abbiamo già detto che la Naspi decade se lavorate per più di sei mesi consecutivi. Questo significa che sia che si tratti di un singolo contratto della durata superiore a sei mesi, sia che si tratti di una serie di contratti consecutivi complessivamente superiori a sei mesi, la Naspi decade. Si intendono contratti consecutivi quei contratti (o proroghe) che non prevedono alcun giorno di stacco dal rapporto di lavoro. In caso di decadenza, al termine dell’ultimo contratto di lavoro andrà presentata una nuova domanda di Naspi.

Viceversa, se due contratti dovessero essere intervallati da una o più giornate (anche se si tratta di giorni festivi) il conteggio dei sei mesi riparte dal primo giorno del secondo contratto. In questo caso i giorni di stacco tra un contratto e l’altro devono essere pagati dall’INPS in quanto sono intesi come giorni di disoccupazione.


Contratto a chiamata e decadenza della Naspi

Diverso è il conteggio che viene eseguito in caso di contratto a chiamata. Questo contratto infatti prevede che il lavoratore non lavori tutti i giorni ma solo nelle giornate in cui viene chiamato dal datore di lavoro. In tal caso verranno considerati, per il conteggio dei sei mesi consecutivi solo i giorni effettivamente lavorati e non i giorni coperti dal contratto.
Ciò significa che se, ad esempio, il datore di lavoro vi chiama per lavorare solo un giorno a settimana, ogni settimana ricomincia il conteggio delle giornate. In questo caso ovviamente non ci sono giorni consecutivi in quanto tra un giorno di lavoro e l’altro c’è sempre uno stacco di sei giorni. Quindi la Naspi non decadrà mai ma continuerà ad essere erogata mensilmente escludendo dal pagamento le giornate in cui avete effettivamente lavorato.

Se avete sottoscritto un contratto a chiamata dovete compilare il modello Naspi-com tutti i mesi (alla fine di ogni mese) comunicando le giornate effettivamente lavorate. In tal modo l’INPS avrà la possibilità di liquidare la Naspi mensile eliminando dal pagamento le giornate in cui avete lavorato.

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